MOSTRA RITRATTO DI DONNA BASILICA PALLADIANA VICENZA

Contenitore prezioso per una mostra raffinata. “Ritratto di donna- Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi”, aperta fino al 13 2020 sarà ospitata in uno dei capolavori di Andrea Palladio: la Basilica Palladiana inserita dal 1994 dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità (www.mostreinbasilica.it).

L’opera, diventata simbolo di Vicenza è approvata nel 1549 e verrà conclusa nel 1597 dopo la morte del Palladio, consacrerà definitivamente l’architetto padovano. Geniale il progetto che stabilisce di circondare il preesistente insieme di edifici medioevali, in parte crollati, con

_Felice Casorati_Concerto.

un arioso doppio ordine di candide logge sovrapposte, sovrastate da une serie di imponenti statue e da un’unica immensa campata. Il risultato assolutamente ardito e innovativo per l’epoca è un gigantesco salone privo di sostegni, un tempo luogo di riunione per i cittadini e oggi, dopo un sapiente restauro, conclusosi nel 2012, uno spazio ideale per esposizioni e mostre. Come “Ritratto di donna”, curata da Stefania Portinari e centrata sul mutamento dell’immagine femminile seguito alla prima guerra mondiale. Anni Venti come nuova frontiera per la donna che appare rinnovata già in seguito alla rivoluzione artistica prodotta dalla Secessione Viennese ai primi del ‘900. Gustav Klimt, che approda in Italia con la Biennale di Vnezia nel 1910, propone un serie di seducenti creature un po’ ninfe, un po’ infide, un po’ fatali e Egon Schiele le ritrae in atteggiamenti fortemente erotici e con

_Ubaldo Oppi_Donna in rosso.

immagini dal realismo spesso brutale. Gli artisti italiani di cui molti presenti in mostra come Mario Sironi, Felice Casorati, Massimo Campigli, raccolgono l’eredità innovativa ma la fondono con un classicismo impostato sulla modernità dando vita movimenti come Valori Plastici, Realismo Magico, Nuova Oggettività. Appare un’idea di donna associata all’autonomia e all’inquietudine e che volta le spalle al tradizionale ruolo domestico. Le donne durante il periodo bellico hanno spesso sostituito gli uomini al fronte facendo fronte alle problematiche della quotidianità e ora rivendicano mansioni differenti. Una nuova visione del femminile si afferma grazie a danzatrici audaci come Josephine Baker, ad attrici come Greta Garbo, alla pilota trasvolatrice dell’Atlantico Amelia Earhart, pittrici come Tamara de Lempicka, femme fatal come la scandalosa marchesa Casati Stampa e a rinnovatrici dell’abbigliamento come Coco Chanel. Le gonne si accorciano, i capelli pure, i bustini costrittivi vengono abbandonati in nome di una nuova silhouette sinuosa e dinamica. Fra i pittori che ne raffigurano la nuova immagine nell’esposizione vicentina si sottolinea l’attività oggi un po’ dimenticata di Ubaldo Oppi (Bologna 1889 Vicenza 1942). Formatosi fra Vienna , Germania e Russia si inserisce nell’intensa vita artistica parigina riuscendo perfino a rubare la compagna, Fernande Olivier, a Picasso, vedi in mostra Figura in rosso. Espone al Salon des Independants e al Salon d’Automne a alla Biennale veneziana del 1924. Crea ritratti femminili magici e possenti pervasi da un senso di atemporalità e mistero: vedi in mostra Le Amiche , Ritratto della moglie a Venezia, Le Amazzoni, La Giovane sposa. Col tempo le sue opere acquisteranno un’austerità monumentale riconducibile ai primitivi italiani ma le donne saranno sempre oggetto della sua attenzione come dimostra nel significativo Adamo ed Eva dal Museo di Palazzo Chiericati a Vicenza. Da non trascurare il patrimonio artistico della città e degli immediati dintorni. Dal Teatro Olimpico, ultima opera del Palladio inaugurato nel 1585 con la splendida esedra a colonne e le nicchie con le pregevoli statue al Museo Diocesano al Museo Palladiano a quello dedicato al Gioiello che in Vicenza vede una della capitali mondiali dell’oreficeria. E che dire del territorio punteggiato da borghi, castelli e ville come uno dei capolavori palladiano Villa Valmarana Capra più nota come “La Rotonda” diventata modello per l’architettura inglese del XVIII secolo, per le “plantation house” , le ville dai candidi colonnati nelle piantagioni di cotone del sud degli Stati Uniti e per la stessa Casa Bianca a Washington. Da non perdere anche Villa Valmarana “Ai Nani” con gli affreschi del tiepolo padre e figlio e il Santuario del Monte Berico inserito in un paesaggio di rasserenante bellezza.