MOSTRA ULISSE: L’ARTE E IL MITO. MUSEI SAN DOMENICO FORLI’- DAL 15 FEBBRAIO AL 21 GIUGNO 2020

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Con un’importante mostra dedicata alla leggendaria ed eroica figura di Ulisse i Musei San Domenico a Forlì celebrano il quindicesimo appuntamento espositivo nel complesso di edifici medioevali dopo i sapienti restauri che li hanno restituiti alla città romagnola per farne un riferimento artistico per tutta la regione e non solo.

Nella trecentesca chiesa e negli ex spazi conventuali trovano oggi posto, oltre alle esposizioni temporanee, anche i Musei Civici e la ricca Pinacoteca con opere che vanno dal Maestro di Forlì al Beato Angelico , da Antonio Rossellino a Marco Palmezzano e ai maestri del Cinquecento forlivese. Puntare sull’arte, con mostre dedicate a Canova, Da Michelangelo a Caravaggio, Art Deco etc ma anche di recente al celebre fotografo Steve McCurry, si è rivelato vincente per una città non inserita nei circuiti del turismo classico e che invece assieme al territorio intorno ha molto da offrire. Anche dal punto di vista enogastronomico come testimonia La Strada dei vini e dei sapori di Forlì e Cesena. La mostra Ulisse. Arte e mito, aperta fino al 21 giugno, è curata da Fernando Mazzocca, Francesco Leone, Fabrizio Paolucci e Paola Refice con un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci e vede riunite in quindici sezioni circa 250 opere che vano da Rodin a Pinturicchio, da Rubens a Canova, e Sironi e, con Bill Viola, al contemporaneo.

Il protagonista è Ulisse: l’eroe greco coraggioso e audace ma con le inquietudini e le debolezze dell’uomo contemporaneo. Questo l’ha reso sempre attuale tanto che il suo viaggio ha ispirato non solo moltissimi artisti ma altrettanti scrittori: da Omero a Dante a Joyce . Le sue lunghe peregrinazioni, gli incontri, gli inganni e le astuzie, le incertezze e la profonda volontà di resistere per tornare ai suoi luoghi, alla sua famiglia ne fanno un personaggio emblematico della condizione umana. Il viaggio di Ulisse diventa un viaggio nell’arte che in epoca arcaica esalta gli episodi di Polifemo, di Circe, di Scilla e delle Sirene; nell’età classica gli incontri e i riconoscimenti: l’incontro con Tiresia, Atena, Nausicaa e Telemaco, il dolore e l’inganno della tela di Penelope, il riconoscimento della nutrice Euriclea, la strage dei Proci. L’ellenismo aggiunge l’incontro domestico e commovente con il cane Argo, l’abbraccio e il riconoscimento tra Ulisse e Penelope, l’arte romana oltre ai modelli precedenti, raffigura, quale epilogo consolatorio, l’abbraccio tra Ulisse e il padre Laerte. Le narrazioni omeriche sopravvivono anche nei cassoni fiorentini dipinti del Quattrocento e nelle opere di Filippino Lippi o del Parmigianino e nei cicli figurativi che nel Cinquecento si diffondono nelle regge e nei palazzi europei .In questo ambito Ulisse è l’uomo virtuoso che affronta e vince le prove, personali e pubbliche. Il Seicento di Rubens, Lorrain, Jordaens tra natura e teatro ne raffigura e diffonde il mito come pure il classicismo di Canova, Mengs e Füssl. Il XIX secolo ritrova nel mito del viaggiatore e del viandante (da Foscolo a Tennyson, dal Romanticismo a Nietzsche), qualcosa di odissiaco. I Preraffaelliti e il Simbolismo, attraverso le raffigurazioni di soggetti quali Calipso, Circe, Penelope o le Sirene vagheggiano la visione onirica di un mondo che nel desiderio di bellezza vuole fuggire dalla realtà. Il XX secolo con capolavori letterari di Eliot, Kafka, e soprattutto l’Ulisse di Joyce ne fa il prototipo dell’uomo contemporaneo: inquieto e alienato che non riesce a ritrovare la sua Itaca. Come sottolineano i curatori “Ulisse siamo noi, le nostre inquietudini, le nostre sfide, la nostra voglia di rischiare, di conoscere, di andare oltre. Di qui la sua attualità”.

 

Info: Servizio Cultura e Turismo Forlì tel 0545 712627