PalaExpo Roma: Mostra Dolce&Gabbana “Dal cuore alle mani”

Fino al 13 Agosto a Roma, un’esposizione originale ed esclusiva.

Il numero di mostre irripetibili, per preziosità di opere e concentrazione di capolavori, si è ridotto via via negli ultimi anni. In particolare per la difficoltà crescente di ottenere in prestito meraviglie di per sé fragili e delle quali i musei o gallerie che le ospitano sono sempre più gelosi, considerando ogni trasferimento un rischio per l’opera stessa. Rischi che quando si tratta dell’Italia sono ancora meno disposti a correre se non ottengono come riscontro una grande visibilità. Il risultato? Le grandi mostre internazionali seguono e non sempre il percorso Londra, Parigi aggiungendo talvolta New York, Basilea o Amsterdam. Di qui il fatto che alcune mostre “evento”, vedi Caravaggio alla Galleria di Palazzo Barberini in Roma registrino un costante tutto esaurito. Ancora più raro, almeno nel Bel Paese, che una mostra sia per se stessa: per allestimento, inventiva, valore estetico, un’opera d’arte. Eccezionale esempio nel 2019 la Mostra Di lava, porcellana e musica allestita nel Palazzo Reale di Capodimonte e curata dall’allora Direttore Sylvain Bellenger. Pensata come uno spettacolo del Teatro San Carlo consentiva al visitatore di inoltrarsi nel settecento napoletano attraverso costumi, manichini, ricostruzione di stanze, riti e luoghi peculiari della città. Ora la meraviglia si ripete a Roma dove al PalaExpo fino al 13 agosto è possibile con Dal cuore alle mani penetrare nel genio creativo di Dolce&Gabbana. Dopo Parigi e Milano ben 1500 m2 degli spazi romani , creati da Piacentini nel 1883, diventano palcoscenico ideale per mettere in scena la capacità inventiva dei due couturiers, la fantasia e al contempo la loro cultura. Chi ne giudicava le collezioni eccessive, sovraccariche o altre volte troppo legate ad un’iconografia sicula fatta di veli neri, merletti e cuori tipo ex voto si ricrederà. La mostra è curata da Florence Müller, grande esperta internazionale di moda ed arte, autrice di oltre 40 libri, vincitrice per tre volte del premio del Grand Prix du Livre de Mode e curatrice di numerose mostre fra cui quelle dedicate a Yves St. Laurent e Christian Dior. “ Allestire la mostra è stato complesso vista l’estensione del percorso della Maison. Mi sono immersa nello studio del loro grande archivio e sono rimasta stupita dal costante rinnovarsi della capacità creativa e, in particolare, dalla complessità dell’esecuzione degli abiti. Dall’abilità delle maestranze artigianali capaci di realizzare ricami estremamente complessi in vetro, paillettes, piccolo punto, incrostazioni di pizzi diversi. In particolare le realizzazioni di Dolce & Gabbana sono impregnate di cultura italiana e ne rappresentano l’unicità e l’ampiezza delle radici”. A colpire infatti nelle diverse sale allestite dall’Azienda Galuchat come mondi a sé è il costante omaggio alle ricchezze italiane. Ad un patrimonio storico-culturale a cui Dolce e Gabbana rendono costante omaggio come sottolineano, in mostra, i video delle solo sfilate. In particolare le Locations. Si tratti del Teatro alla Scala nella Collezione Milano, di Venezia, nell’omonima collezione, con un interminabile passerella sospesa sulle acque dell’Arsenale, di Alberobello con la sfilata lungo le stradette fra i trulli o a Marzameni e i templi greci in Sicilia. L’impatto visivo è impressionante e inizia nella grande sala d’ingresso con una piramide di opere emblematiche per fantasia e capacità realizzativa. Dagli intrecci di corde in seta a formare cappe ed abiti, alle decine di sovrapposizioni fra pizzi, ori, piume, organze, pelle, applicazioni in vellut . Resta nella memoria la sala dedicata al Gattopardo che sembra un’istantanea tratta dal salotto del principe di Salina. Altrettanto Barocco Bianco con la perfetta ricostruzione scenografica di uno degli candidi Oratori di Giacomo Serpotta a Palermo , rutilanti di putti , fioriture e statue barocche. Senso di stordimento nella caleidoscopica sala dedicata alla Sicilia con piastrelle, carretti siciliani e abiti illustrati con le storie narrate dal Teatro dei Pupi. Anche la grande tradizione iconografica sarda viene evocata nei disegni tipici e rivisitata esaltando bianchi e neri. Omaggio al Rinascimento a Firenze con la realizzazione di cappe e mantelli a piccolo punto che riproducono quadri emblematici : da Michelangelo a Raffaello. Di grande effetto la stanza in pizzi neri ed oro intitolata Devozione. Pensata come una Cappella ruota attorno al tema del cuore–ex voto, logo della Maison. Una mostra capolavoro da vedere e rivedere, da assaporare con calma per coglierne l’unicità. All’insegna dell’eccesso forse ma come non considerare gioielli gli occhiali probabilmente improponibili o le tante calzature importabili ma rutilanti di smalti, piume, cristalli e pietre. Fantasia al potere, tradizione culturale e modernità si fondono dimostrando come , almeno per Dolce&Gabbana il passato non sia defunto ma fonte di ispirazione e rinnovamento costante ed esempio del talento italico.