novembre, 2016

30nov(nov 30)10:0008mag(mag 8)19:00Artemisia Gentileschi

more

Event Details

Arriva nella Capitale una grande mostra romana dedicata a una delle artiste più appassionanti e amate dal grande pubblico.
Con circa 90 opere provenienti da tutto il mondo, dal 30 novembre apre al Museo di Roma a Palazzo Braschi l’esposizione su Artemisia Gentileschi e sul fervente mondo artistico del Seicento in Italia.

Il percorso espositivo attraversa un arco temporale che va dal 1610 al 1652 e svela gli aspetti più autentici dell’artista attraverso 40 opere autografe, indagando sulla sua carriera e sulla sua progressiva ascesa che la vide affermarsi a Firenze – dal 1613 al1620 – a Roma – dal 1620 al 1626 – a Venezia – dalla fine del 1626 al 1630 – e, infine, a Napoli dove visse fino alla morte.

La mostra, promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura, porta a Roma magnifici capolavori di Artemisia come la Giuditta che taglia la testa a Oloferne del Museo di Capodimonte, Ester e Assuero del Metropolitan Museum di New York, l’Autoritratto come suonatrice di liuto del Wadsworth Atheneum di Hartford Connecticut, accanto a opere come la Giuditta di Cristofano Allori della Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze e come la Lucrezia di Simon Vouet del Národní galerie v Praze di Praga, solo per citarne alcune.

Per svelare al pubblico l’unicità della pittrice e il suo entourage, in mostra opere degli artisti con cui si confrontò: vicino ai suoi celebri dipinti della prima formazione presso la bottega del padre Orazio, anche le opere dei pittori conosciuti a Firenze come Cristofano Allori e Francesco Furini, ma anche le tangenze con Giovanni Martinelli.
Scandite all’interno di un itinerario cronologico, le successive opere di Artemisia sono messe in relazione con quelle dei pittori attivi in quegli anni d’oro a Roma: Simon Vouet, Giovanni Baglione e Antiveduto Grammatica. Essi furono fonte d’ispirazione rispetto ai quali la pittrice aggiorna, di volta in volta, il suo stile proteiforme e mutevole.
A concludere i dipinti eseguiti nel periodo napoletano, quando ormai Artemisia può contare su una bottega e sulla protezione del nobile Don Antonio Ruffo (1610-1678). Una decisiva influenza a livello stilistico in questa fase è offerta da Giuseppe Ribera, Francesco Guarino, Massimo Stanzione, Onofrio Palumbo e Bernardo Cavallino: tele come la splendida Annunciazione del 1630 – presente anch’essa in mostra – sono un esempio di questa fiorente contaminazione, scambio e confronto.

L’esposizione, aperta dal 30 novembre 2016 all’8 maggio 2017 al Museo di Roma, nasce da un’idea di Nicola Spinosa, avvalendosi di un prestigioso comitato scientifico ed è curata dallo stesso Spinosa per la sezione napoletana, da Francesca Baldassari per la sezione fiorentina, e da Judith Mann per la sezione romana. Catalogo edito da Skira.

Talento artistico raro e precoce, personalità fortissima e ambizione irrefrenabile hanno decretato il successo in vita di Artemisia: una grande pittrice dalla profondissima sensibilità artistica che scelse di dipingere autoritratti come sante e suonatrici, Giuditte, Maddalene, Lucrezie, di una qualità impressionate in cui è difficile non cogliere un’eco autobiografica, tra cui il desiderio di vendetta di donna oltraggiata dallo stupro inflittole da Agostino Tassi.
Richiesta dai sovrani più potenti d’Europa, è alla corte di Cosimo II frequentata all’epoca da grandi uomini di cultura come Galileo Galilei e Michelangelo Buonarroti; intrattiene relazioni diplomatiche e intellettuali con Cassiano del Pozzo, i Barberini e il duca di Baviera, diventando amica di Simon Vouet. Il fascino delle opere di Artemisia Gentileschi deriva anche dalla sua indomita energia di donna e d’artista, stimolata dagli ambienti in cui si trovò a operare.

Quando

30 novembre - 8 maggio

Dove

Museo di Roma a Palazzo Braschi

Piazza Navona, 2, 00186 Roma

X