Ferrovie dello Stato: nel 2015 utile in crescita del 53,1%

Dati positivi con un risultato in forte rialzo. Nel 2015 sono aumentati anche i ricavi operativi. + 2,3% . Cresciuti inoltre gli investimenti del 29% . “L’ottima performance – ha dichiarato l’amministratore delegato Renato Mazzoncini – conferma il ruolo trainante del Gruppo FS per l’economia italiana e le grandi prospettive di crescita in un contesto economico nazionale in miglioramento. Siamo pronti a fare la nostra parte per contribuire alla ripresa dell’economia italiana”. Parole di soddisfazione anche dalla presidente Gioia Ghezzi: “Gli ottimi risultati raggiunti dal Gruppo costituiscono una solida base per il prossimo triennio di investimenti e crescita per Ferrovie dello Stato Italiane”. Nel 2015 il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ha raggiunto gli obiettivi strategici prefissati e ha realizzato un risultato netto pari a 464 milioni di euro, con un incremento del 53,1% rispetto al 2014, pur in presenza di forti discontinuità derivanti dal mutato quadro normativo e regolatorio. A livello di EBITDA, pari a 1.975 milioni (-139 milioni rispetto al 2014), incidono in negativo gli effetti delle modifiche normative (-173 milioni) intervenute per lo più nella seconda metà del 2014: costo dell’energia elettrica per la trazione, servizi universali merci, rilevante riduzione del pedaggio alta velocità/alta capacità in seguito a una delibera dell’Autorità di regolazione dei trasporti. I positivi risultati della gestione ordinaria, ottenuti operando sulle leve gestionali, hanno in parte mitigato l’impatto negativo degli effetti normativi. I ricavi operativi, infatti, si attestano a 8,6 miliardi, con un incremento di 195 milioni (+2,3%). Hanno contribuito i servizi ferroviari di media e lunga percorrenza (+77 milioni), trainati dalle Frecce, in aumento per circa 67 milioni, il gruppo Netinera (+153 milioni) e il gruppo Busitalia Sita-Nord (+37 milioni), nonché la plusvalenza realizzata dalla cessione della rete elettrica a Terna tramite la vendita della partecipazione detenuta in S.EL.F (+18 milioni). A tali effetti si contrappone la cessazione del contratto di servizio universale merci per circa 106 milioni di euro. L’EBIT, pari a 644 milioni (-15 milioni rispetto al 2014), risente della crescita degli ammortamenti per 75 milioni, a fronte della curva crescente degli investimenti del Gruppo (+29% rispetto al 2014) e di maggiori accantonamenti, per 42 milioni, controbilanciati da minori svalutazioni, per complessivi 241 milioni, rispetto al 2014. Sul risultato netto di Gruppo, che vede un saldo della gestione finanziaria sostanzialmente invariato nonostante l’incremento dell’indebitamento netto di 524 milioni (+8,4%) legato principalmente ai rilevanti investimenti dell’esercizio, incide positivamente la riduzione delle imposte per 172 milioni dovuta alle novità introdotte dal Governo con la Legge di Stabilità 2015: a decorrere dal periodo d’imposta 2015 i costi del personale dipendente impiegato a tempo indeterminato sono deducibili dalla base imponibile IRAP. Quanto ai settori operativi del Gruppo, va sottolineato l’andamento positivo sia del trasporto, all’interno del quale opera principalmente Trenitalia, sia dell’infrastruttura, con Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Nel settore trasporto i margini intermedi (EBITDA e EBIT) e il risultato netto sono tutti fortemente positivi con 1.546, 417 e 226 milioni. Non è da meno il settore infrastruttura con 271, 151 e 111 milioni. Infine nel 2015 il Gruppo è riuscito, ancora una volta, a dare continuità alle azioni programmate nel Piano di Investimenti, aumentando le risorse impiegate del 29%. Gli investimenti sfiorano i 5,5 miliardi (dei quali 2,5 miliardi in autofinanziamento, anche mediante ricorso al debito), con 3,5 miliardi relativi a interventi sull’infrastruttura ferroviaria e 1,5 miliardi dedicati al trasporto passeggeri su ferro, sia AV sia metropolitano e regionale, e gomma. Il Gruppo FS conferma così il suo importante ruolo di traino della ripresa dell’economia italiana. I suoi investimenti, sia autofinanziati che derivanti da accordo di programma con il MIT, che saliranno stabilmente oltre i 6 miliardi dal 2016, rappresentano uno straordinario volano di crescita sull’economia nazionale.