Mostra Dario Fo e Franca Rame: Il mestiere del narratore

PALAZZO BARBERINI ROMA FINO AL 25 GIUGNO 2017
Le Gallerie Nazionali di Arte Antica nella sede di Palazzo Barberini, presentano dal 24 marzo al 25 giugno 2017, la mostra “Dario Fo e Franca Rame: il mestiere del narratore”, a cura della Compagnia Teatrale Fo-Rame. “Un vero evento culturale e visivo per rendere giusto omaggio, a cinque mesi dalla scomparsa del nostro ultimo Nobel della Letteratura, a due degli nostri artisti più importanti a livello internazionale che hanno segnato oltre mezzo secolo di storia intellettuale e teatrale – annuncia il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini- A Palazzo Barberini sarà possibile vedere un insieme di opere capaci di presentare il lungo percorso di una carriera straordinaria dedicata al teatro, all’impegno civile e alla costante ricerca della verità attraverso l’arte”. La mostra infatti ripercorre la lunga, complessa, ricca e spesso difficile attività professionale della coppia, mai disgiunta dall’impegno civile e sociale. Depositario dell’immenso patrimonio di testi, immagini, locandine, recensioni, pupazzi, costumi di scena, scenografie e della vastissima produzione artistica pittorica di Dario Fo l’Archivio Rame Fo- MusAlab nato dal costante e pluridecennale impegno di Franca Rame e da un anno è finalmente ospitato nelle sede di Verona dell’Archivio di Stato. Oggi attento custode di questa preziosa eredità culturale è il figlio Jacopo. A chi gli chiede come mai tale archivio non si trova a Milano, storico punto di riferimento per nascita, formazione, crescita professionale e attività dei due artisti, sottolinea: “ Ho cercato molte volte l’appoggio del Comune perché ci sostenesse e concedesse una sede. Ma a un generalistico consenso formale non ha mai fatto seguito nulla di concreto. Così dopo aver cercato in tutta l’Italia uno spazio adeguato quando si è prospettata la disponibilità della sede veronese abbiamo accettato con piacere”. Proprio dall’Archivio proviene il copioso materiale della mostra romana che accoglie il visitatore con l’abito da Arlecchino Clown disegnato da Sartori per Fo e il costume indossato dalla Rame in “Isabella, tre caravelle e un cacciaballe” oltre a due loro grandi foto e il sassofono che, Fo, rigoroso professionista, imparo a suonare per lo spettacolo “La signora è da buttare”. Vita e attività teatrale sempre inscindibili per i due come la mostra ampiamente documenta. Da quando Dario, giovane diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera, si presenta al Piccolo Teatro di Milano da Franco Parenti per mostrargli una cartelli di disegni per scenografie. A Parenti piacciono ma è incuriosito da quel tipo magro e dinoccolato di cui ha sentito parlare come insolito clown. Gli chiede di mostrargli qualcosa e rimane stupito dalla sua personalità e capacità interpretativa. Per Fo si apre una nuova strada che lo vedrà interprete e autore di decine di testi e di migliaia di rappresentazioni spesso  in luoghi alternativi: piazze, case del popolo, centri sociali, fabbriche: luoghi dove poteva avvicinarsi a un pubblico che nei teatri non andava. Figlia d’arte invece Franca Rame, nata in una famiglia di marionettisti e attori dal XVII secolo. “Bambina dormivo in un baule nel retropalco mentre i miei genitori erano in scena- raccontava- Poi un giorno mio padre dice alla mamma : ormai è ora che inizi a recitare. Avevo tre anni”.  Si incontrano e nel 1954 si sposano e iniziano un sodalizio creativo e
professionale che durerà fino alla morte di Franca nel 2013. Una comunione di intenti che Fo ricorderà anche nel momento dell’assegnazione del Nobel nel 1997. Costante nell’opera di Fo la rilettura della storia in chiave giullaresca e vista dalle classi inferiori, l’anticlericalismo e lo sberleffo al potere, economico e politico. Tutti elementi presenti nella vasta produzione teatrale e riassunti nell’apice della sua opera. In quel “Mistero buffo”, rappresentato e conosciuto in tutto il mondo e ancora oggi attuale. Riepilogate a Palazzo Barberini , attraverso le opere messe in scena, le tappe artistiche emblematiche e al contempo personali con il supporto sorprendente per varietà , forza coloristica e stile, delle realizzazioni pittoriche di Fo, utilizzate per scenografie, costumi, progettazione e caratterizzazione dei personaggi. Segnalate anche le vessazioni subite da parte “dell’autorità” : dalla sospensione della conduzione di Canzonissima nel 1962 e conseguente bando dalla TV di Stato per sedici anni, alla violenza subita da Franca Rame nel 1973 quando militava in Soccorso Rosso e poi processi , querele, intimidazioni, negazione del visto per gli USA. Loro però sono andati avanti, rinnovandosi e stando al passo con i cambiamenti sociali dell’Italia e raccontandoli. A modo loro, spesso utilizzando il “grammelot” , usato dai giullari e dalla commedia dell’arte intrecciando fonemi, parole inventate , imitazioni di lingue straniere o dialetti. Una sorta di lingua che riusciva a coinvolgere lo spettatore anche in paesi diversi. Una recitazione iperbolica accompagnata a una gestualità e mimica che in Fo hanno trovato un interprete eccezionale.

INFORMAZIONI
www.barberinicorsini.org
www.archivio.francarame.it