Napoli delle meraviglie fra le nuove realta’ della citta’

Di Napoli si dice tutto e il contrario di tutto e comunque resta una città capace di suscitare emozioni, di stupire il visitatore. Purtroppo spesso a “passare” è l’aspetto negativo, trascurabile però rispetto alle multiformi realtà creative, imprenditoriali, culturali e sociali sviluppatesi negli ultimi anni.

Con l’avvicinarsi del Natale ecco che Napoli diventa “la città dei presepi” , non solo per quelli storici e artistici esposti nelle chiese ma anche per la secolare attività artigianale svolta dalle tante botteghe che a questa arte, perché di arte si tratta, si dedicano, spesso da più generazioni. Botteghe storiche e di eccezionale creatività e perizia, botteghe più popolari ed economicamente accessibili e altre che puntano al rinnovamento della tradizione introducendo modelli e decori più moderni. Ma se l’attenzione viene calamitata da via Gregorio Armeno e strade limitrofe dove si concentra questa attività presepiale il periodo delle festività è perfetto per scoprire alcune delle estrose e dinamiche nuove realtà cittadine . Da qui al Natale ve ne proporremo alcune. A voi accettare i suggerimenti.

 

Mostra da DE NITTIS A GEMITO- I Napoletani a Parigi negli anni dell’Impressionismo Gallerie d’Italia- Palazzo Zavellos Stigliano 
Fino all’8 Aprile 2018

Questa volta tocca a Napoli. E meritatamente. Infatti il polo museale e culturale creato da Intesa San Paolo con le Gallerie di Piazza della Scala a Milano, quelle di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza e di Palazzo Zavellos Stigliano nella città partenopea, propone una mostra di grande eleganza che rende omaggio ai molti pittori napoletani di nascita o di adozione trasferitisi a Parigi per studio e lavoro nella seconda metà dell’Ottocento. “Da De Nittis a Gemito- I napoletani a Parigi negli anni dell’Impressionismo”, a cura di Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca, sottolinea come la presenza di questa “colonia” napoletana nella città considerata all’epoca la capitale mondiale dell’arte fosse la più cospicua rispetto a altre comunità italiane. Edoardo Tofano, Domenico Morelli, Antonio Mancini, Michele Cammarano, i pugliesi Francesco Netti, Giuseppe de Nittis Gioacchino Toma, ma napoletani per studi e formazione e lo scultore Vincenzo Gemito, del quale il Museo del Bargello di Firenze ha concesso in prestito il celebre “Pescatorello”, sbarcano a Parigi per confrontarsi con la modernità, le nuove sperimentazioni artistiche e con pittori provenienti da ogni dove. Qui si confrontano con una realtà artistica in costante trasformazione e innovazione, stimolata anche dalle due Esposizioni Universali del 1855 e del 1867, dal crescente interesse per la fotografia e dal rinnovamento espresso attraverso la nuova visione dei pittori impressionisti, dinamica e cangiante rispetto alla tradizionale pittura storica, devozionale o mitologica delle Accademie. Frequentano anche gli atelier di Courbet e Corot e i Musei dedicati all’arte contemporanea. Si lasciano alle spalle ogni provincialismo per concentrarsi in particolare nel rappresentare il dinamismo e modernità e della città, i boulevard affollati di carrozze, i caffè, i teatri, le donne seducenti, le sale da ballo, il bel mondo che frequentava le corse di cavalli. De Nittis , presente in mostra con molte opere pregevoli, a Parigi nella sua ricca villa al Parc Monseau riceve il meglio dell’alta società e della cultura è il punto di riferimento del gruppo. Il suo è un grande successo sancito da molti acquisti, anche da parte dei tanti americani presenti in città incantati dalle sue atmosfere parigine. Lo testimonia il suo quadro “Sulla seggiola”, parte della serie dedicata alle corse al Bois de Boulogne, come pure le visioni cittadine, vedi “Angolo di Place de la Concorde”. Parigi presente anche nelle tele di Carlo Brancaccio e Vincenzo Migliaro e dei tanti “napoletani a Parigi”. Pittori che rientrano in patria con visioni rinnovate, tecnica perfezionata e più maturata maestria come dimostrano i quadri di ambiente campano. Nei suoi viaggi in Italia de Nittis

che finirà i suoi giorni a Parigi, realizza opere di forte impatto dedicate al Vesuvio e alle sue eruzioni o alla piacevolezza del vivere in Campania vedi “Pranzo a Posillipo”. Grande vitalità in Francesco Paolo Michetti nel “Pranzo di nozze in Abruzzo” e in Giacomo di Chirico ne “La burla” fitti di personaggi popolare allegria paesana. Magia e romanticismo del quotidiano per Antonio Mancini di cui sono presenti in mostra una serie di dipinti di grande modernità per tratto e impostazione dedicati ai fanciulli. Da non dimenticare in quel periodo lo stretto legame intellettuale fra la capitale francese e quella del Regno Borbonico, allora la città più innovativa e popolosa del territorio italiano. Meta obbligata del Grande Tour Napoli ospitava ampie colonie di stranieri a Chiaia , Posillipo, Capodimonte. Da qui partivano alla scoperta del patrimonio archeologico e monumentale dei luoghi, si godono il clima, la ricca vita teatrale in pratica priva di censura e spesso costruiscono importanti residenze. Come Villa Pignatelli edificata per Lord Acton o il palazzo sul lungomare del barone belga du Mesnil. Scambi costanti e fruttuosi a teatro : dal vaudeville e le pochades, in arrivo dalla Francia per il divertimento delle élites partenopee, alla messa in scena di drammatici romanzi di Emile Zola come “Teresa Raquin” e “Nanà”, quest’ultima in seguito parodiata in dialetto napoletano da Davide Petito al teatro San Carlino. Le atmosfere dorate del Teatro San Carlo ospitavano in parallelo i capolavori del melodramma d’oltralpe , come il ” Faust” di Gounod o la “Carmen” di Bizet. Napoli e Parigi, Parigi e Napoli si sono influenzate reciprocamente più di quanto si potrebbe supporre e l’arte nei suoi molteplici aspetti lo dimostra. Per approfondire il tema viene proposto un ciclo di conferenze, concerti e visite guidate per adulti, bambini e famiglie.

Info e prenotazioni www.gallerie d’Italia numero verde 800 454229.

Foto di copertina:Vincenzo Gemito

Al’interno: opere di Giuseppe De Nittis e di Vincenzo Gemito e due momenti dell’inaugurazione della Mostra.