Bulgaria. Sofia: chi ci va, ci ritorna

Curiosità, sorprese e tesori di una capitale balcanica in grande sviluppo. Non è ancora meta di un turismo di massa, ma Sofia riserva a chi la visita il piacere della scoperta di una città europea ricca di storia e, al momento, anche di opportunità per imprenditori e uomini di affari.

Basta entrare in un qualunque ristorante del Boulevard Vìtosha, che è una simpatica isola pedonale nel cuore del centro storico, per sentire parlare italiano da molti clienti. Alcuni sono studenti che frequentano la locale università, ma la maggior parte sono persone che in Bulgaria hanno trovato potenzialità per investimenti e commercio. Certo, la lingua per noi è particolarmente ostica. A parte l’alfabeto cirillico che con un po’ di buona volontà si apprende in pochi giorni, esprimersi e capire in bulgaro non è impresa facile.

Il teatro Ivan Vazov

Comunque l’inglese è molto diffuso e ben parlato dai giovani, oltre che dal personale degli alberghi, dei ristoranti e dei centri commerciali. Sofia ha una storia molto antica e anche molto tormentata: fu una importante capitale dopo Roma ed Atene. Basta spingersi a piedi dal Boulevard Vìtosha fino ai pressi della fermata della metro “Serdika”, per scoprire che questa stazione porta il nome della storica e omonima città che fu proprio dei “Serdi”, una antica popolazione celtica, i cui resti urbani sono stati portati alla luce durante gli scavi del treno sotterraneo. Poiché proprio in questa zona sgorga tuttora una ricca sorgente calda, è facile intravedere tra i ruderi le tubature di terracotta che convogliavano l’acqua nelle case di allora al pari del moderno teleriscaldamento.

Resti antica Serdika

Vicino a questa sorgente, sorge il palazzo delle terme romane, oggi sede del Museo Storico di Sofia e a poche centinaia di metri, sempre nei paraggi, troviamo la bella chiesa bizantina di Santa Nedelia, la Moschea Banya Bashi, di epoca ottomana e, dietro al Mercato coperto, che è in puro stile liberty, la Sinagoga. Tre templi a poca distanza tra loro che sono anche oggi una testimonianza di pacifica convivenza tra culture e religioni. Ripercorrendo le tappe storiche della Bulgaria, dobbiamo tornare al tempo della Tracia, conquistata dai Romani, nel I secolo d.C. sotto l’imperatore Claudio. Forti furono i legami e gli scambi con Roma e con l’Impero. Basti pensare che il gladiatore Spartaco, capo dell’insurrezione degli schiavi, era un trace.

Anche alcuni imperatori ebbero natali in terre limitrofe alla odierna Bulgaria: da Costantino il Grande, nato a Naissus (Nis, Serbia) a Giustiniano il Grande, nato a Tauresio (oggi Taor, Macedonia). Importanti riferimenti greci e romani sono conservati al Museo Archeologico di Sofia, che è una tappa da non perdere, visitabile con soli cinque euro. Migliaia di reperti parlano di uno sviluppo che va dalla preistoria fino ai periodi della Tracia, dell’Ellenismo, dei Bizantini e degli Ottomani. Nella stanza del tesoro si possono ammirare i più antichi manufatti in oro della penisola balcanica. A pochi passi dal Museo, si raggiunge il Palazzo Reale, oggi sede della pinacoteca nazionale e la piccola ma graziosa chiesa russa di San Nicola, che attira gli sguardi dei turisti e gli obiettivi delle loro macchine fotografiche per le sue cupole slanciate e dorate.

Il mercatino vicino alla cattedrale

Ma il monumento più imponente, che è divenuto il simbolo della città e spesso di tutta la Bulgaria, è la enorme Cattedrale ortodossa che porta il nome del leggendario Principe Alexander Nevski, fatta costruire nel 1904 in onore del popolo russo che liberò il paese dalla dominazione ottomana: è tra i più grandi edifici religiosi del mondo e solo con un grandangolo si può ritrarre nella sua interezza. I giardini vicini, sempre ben curati e ricchi di fiori in ogni stagione, accolgono tutti i giorni un mercatino dove si possono trovare vecchie macchine fotografiche, oggetti di antiquariato e icone. Da non perdere è poi il Teatro Nazionale Ivan Vazov, che ospita spettacoli e concerti di primo’ordine, come pure il Palazzo della Cultura con il suo grande auditorium. Ma Sofia non è solo il centro storico: la metropolitana e una efficiente rete di trasporti pubblici consente di spostarsi rapidamente anche in altri quartieri della città e visitare i grandi parchi che la caratterizzano. Caratteristici sono i vecchi tram, alcuni a scartamento ridotto che sferragliano per tutta la città. Ogni corsa costa appena 80 centesimi (1,60 Leva) e il biglietto per l’intera giornata su tutti i mezzi, solo 2 euro. Pur facendo parte dell’Unione Europea, la Bulgaria è fuori dall’eurozona e da Schengen. La moneta locale, il Leva, è particolarmente vantaggiosa: tutto o quasi costa praticamente la metà rispetto ai nostri prezzi in euro. Alle nostre tasche, alberghi e ristoranti sono particolarmente convenienti. Ampia è anche la varietà di cibo, dai piatti bulgari con carne e pesce alla griglia, fino alla cucina internazionale ed etnica. Molti sono anche i ristoranti italiani e le pizzerie. La città è in grande sviluppo e stanno crescendo grattacieli, centri commerciali e zone di edilizia residenziale. Restano purtroppo le vecchie periferie, caratterizzate dai grandi casermoni dell’epoca comunista che gli architetti stanno studiando come migliorare dal punto di vista estetico.

Il Monte Vitosha

Non dimentichiamo poi che a circa mezz’ora dal centro si può raggiungere il Monte Vìtosha (2290 m) che da novembre ad aprile accoglie un comprensorio sciistico. Quanto ho descritto sono solo una parte delle tante cose che si possono scoprire a Sofia. Ho tralasciato per ragioni di spazio l’importante Monastero di Rila e la antica Chiesa di Boyana che descriverò in un prossimo articolo perché, come dicono molti bulgari, a Sofia, chi ci va, ci ritorna.