DOPPIO PALCOSCENICO PER PUCCINI A LUCCA

“Per sogni e per chimere- Giacomo Puccini e le arti visive” è l’interessante e inconsueta mostra proposta fino al 23 settembre dalla Fondazione Ragghianti a Lucca, città natale del compositore e vicina al luogo pucciniano per eccellenza, l’amato “buen retiro” di Torre del Lago che dal 1930 gli dedica un Festival estivo considerato fra i più importanti del mondo.

L’esposizione, ospitata nel bel complesso monumentale di San Micheletto, ex convento medioevale clarissiano, si inserisce nell’insieme di proposte promosse dalla Fondazione intitolata al lucchese Carlo Ludovico Ragghianti, docente, critico, organizzatore di mostre innovative e fondatore di importanti istituzioni artistiche italiane. Alle donazioni fatte da Ragghianti che considerava la promozione della cultura un dovere sociale si sono aggiunte quelle di altri esponenti della cultura. Oggi la Fondazione, oltre a quadri, disegni e sculture, vanta una biblioteca di oltre 70.000 volumi, 36.000 fra cataloghi e opuscoli d’arte e circa 180.000 fotografie e articoli ponendosi come punto di riferimento per studiosi, laureandi o appassionati. “Per sogni e per chimere” è frutto di un approfondito lavoro di ricerca in musei, archivi, collezioni private, per offrire al pubblico non soltanto il grande compositore, ma anche l’intellettuale, il raffinato esteta, l’intenditore d’arte, l’appassionato cacciatore e bohémien e approfondire il rapporto tra Giacomo Puccini e gli artisti del proprio tempo. L’influenza che il compositore e la sua estetica esercitarono sulle arti visive in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Negli anni di studio a Milano, verso gli anni Ottanta dell’Ottocento, Puccini entra in contatto con gli esponenti della “scapigliatura”, da Tranquillo Cremona a Eugenio Gignous da Pompeo Mariani a Mosè Bianchi. E’ una sorta di boheme milanese che si oppone al Romanticismo dell’arte ufficiale, al suo provincialismo, al classicismo carducciano esprimendo nelle opere fortemente veriste la ribellione alle norme morali codificate e il disprezzo per le convenzioni indagando gli aspetti più crudi e patologici dell’epoca. Attitudine che ritroviamo nella “Boheme” a testimonianza della reciproca influenza e nei vari quadri ispirati ai melodrammi pucciniani. Presenti alla Fondazione anche testimonianze dei pittori che lavorarono nelle dimore del maestro in Versilia: Galileo Chini, Plinio Nomellini, Luigi De Servi, Antonio Discovolo e diversi altri. Presente anche il gruppo di pittori toscani , da Francesco Fanelli e Ferruccio Pagni legati al musicista da un comune sentire artistico e riuniti nel Club La Bohème di Torre del Lago. Appropriata sottolineatura

l’interesse di Puccini verso artisti come Gaetano Previati le cui

danzanti vaporosità sembrano rispecchiarsi nella sua musica. La mostra si arricchisce, cominciando da Giovanni Boldini, di un cospicuo numero di ritratti del maestro, personaggio autorevole nella cultura del tempo, Lettere autografe, fotografie, manifesti, bozzetti e costumi di scena completano un ritratto che è anche un inquadramento storico-culturale del grande compositore. L’obiettivo è presentare a tutto tondo una tendenza estetica cui Puccini contribuì in maniera decisiva con le proprie opere, in un clima stilistico di passaggio fra tardo-naturalismo,

Scapigliatura, Simbolismo e Liberty. Se alla visita si abbina la visione di uno spettacolo nella suggestiva cornice del Teatro sulle rive del Lago Massacciuccoli, dove Puccini si dedicava alla caccia alle folaghe,

e proprio di fronte alla sua casa , oggi visitatissimo Museo, la gita si rivela perfetta. Sono a disposizione navette in partenza da Lucca e perfino un battello. Per info sul Festival a Torre del Lago      www.puccinifestival.it

 

 

Foto di copertina: Viareggio- Torre del Lago