MAIORCA: UNA RICCHEZZA DELLA SPAGNA

Immergere i piedi in acque cristalline in marzo, pestare le uve a piedi nudi in onore di Dioniso durante la Festa di Binissalem a settembre, mescolarsi tra la gente durante il festival di San Sebastiano a gennaio, circondato da demoni travestiti che sputano fuoco e fanno giochi di luci, contemplare le viste mozzafiato dal faro di Formentor, percorrere strade tortuose per sentire l’eco della nostra voce nella splendida baia di Sa Calobra, conoscere il monastero dove visse Ramon Llull a Randa, passeggiare per le strade dell’artistica Deia, visitare castelli come Bellver, Alarò e Santuari, sono solo alcuni esempi di cosa si può fare a Maiorca nel corso di tutto l’anno.

Maiorca, dal latino “insula maior”, è con i suoi 3.640 km, la più grande isola della Spagna e la sesta più grande del Mediterraneo. È la seconda isola più popolata del paese dopo Tenerife. Ha 550 km di costa e più di 345 spiagge, le montagne di Tramontana a nord-ovest ed le montagne di Levante a sud-est. Il Pla è la pianura centrale.
Ha una gran varietà di grotte e le più note sono le Grotte di Drach e le Grotte dels Hams. Entrambi contengono laghi sotterranei, sono visitabili e si trovano a Porto Cristo. Nella baia di Palma “Palma”

è la capitale. La Roca, come la chiamano affettuosamente i suoi abitanti, è un’isola di grande ricchezza naturale e con molto da scoprire.
Gli abitanti non vogliono associare l’immagine di Maiorca a luoghi come Magaluf e S`Arenal che appaiono a volte nelle notizie dall’estero, perché Maiorca è molto più grande.

BREVE STORIA DI MAIORCA

I resti archeologici più primitivi trovati a Maiorca risalgono al 3500 A.C, durante l’età del bronzo neolitico. I primi coloni, di cui la provenienza non è nota con certezza, erano gli imbroglioni baleari. Ci sono ancora alcune parti dell’isola, i resti della cultura talaiotica, che ha dominato l’isola fino all’arrivo dei Romani nel II Sec.A.C. I talayot ​​erano delle torri di pietra. Fu conquistata dai Romani per ordine di Cecilio Quinto Metelio nel 123 A.C. Dalla romanizzazione ci sono veri e propri gioielli come la città di Pollentia (Alcudia). L’isola visse un periodo di pace fino a quando fu devastata dai Vandali nel 426 a.c. Un secolo dopo, fu ceduto ai Bizantini ma furono i musulmani, che governarono per oltre 300 anni, i quali portarono il benessere e convivenza religiosa sull’isola. Medina Mayurca, al giorno d’oggi è il centro storico di Palma, fu durante il periodo islamico un centro di attività difensive, commerciali e marittime.

Nel 1229 la storia di Maiorca prese una svolta radicale. Re Jaume I, conquistò l’isola. Con suo figlio Jaume II, iniziò gli scontri con la Corona d’Aragona. Di quel periodo sono la Cattedrale di Palma, il castello di Bellver, i palazzi dell’Almudaina, la fortificazione di Alcúdia o quella di Capdepera. Nel 1343 Pedro IV il Cerimonioso invase Maiorca e questo divenne parte della Corona d’Aragona. A metà del XV secolo Palma era vicino a Barcellona, ​​una delle città più prospere del Mediterraneo. Con il matrimonio dei Re Cattolici, tuttavia, ci fu un periodo di declino.

 

Dopo la guerra civile, il razionamento avvenne fino al 1950 e dal 1960 inizio’ il boom del turismo.
Il governo ha avviato nel 2015 un modello che supporta il turismo sostenibile e responsabile, orientato alla qualità, al minor impatto sul territorio e alla distribuzione della ricchezza che genera. Uno degli obiettivi di questo piano è quello di ottenere visitatori durante tutto l’anno, dato che l’isola, come con così tanti posti sulla costa mediterranea, è visitata principalmente dal resort “sole e spiaggia”. Ciò genera una grande stagionalità della domanda.

ALCUNE LEGGENDE

Alcuni storici credevano che nelle Isole Baleari fosse il posto identificato con il Decimo Lavoro di Ercole e che visitò le Isole dopo aver costruito le colonne che proteggevano lo Stretto di Gibilterra. Gerione era un gigantesco proprietario di una splendida capanna per il bestiame e la missione di Ercole era di catturarla. La capanna era sorvegliata da un cane a due teste, che uccise Ercole, soddisfacendo così il suo scopo.
Il picco delle streghe I vicini, stanchi delle battute delle streghe, andarono dal re Giacomo II per porre fine alla loro presenza. Il re mandò due sacerdoti e un chierichetto per affrontarli. Dopo aver notato la loro presenza, le streghe lasciarono definitivamente il posto. Per assicurarsi che non tornassero, il re fece costruire una croce di ferro che inchiodò sulla cima della montagna.

Storia D’amore a Campanet

L’intero oratorio di Sant Miquel de Campanet è costituito da un tempio e di un vecchio cimitero. Nel XIX secolo c’erano due giovani di Campanet si chiamavano Isabel e Matías, che cantavano nel coro parrocchiale.
Un giorno, Isabel è crollata sulla balaustra e morì quel giorno. Isabel Pons riposa nel vecchio cimitero di Sant Miquel. Il suo fidanzato, Matías Pujadas, fece fare la lapide della tomba ed ogni giorno mise delle rose rosse come simbolo del suo amore. Secondo la leggenda il 1 di novembre, una rosa rossa appare sulla tomba di Isabel.

Il Drago de Na Coca

Questa leggenda ha luogo a Palma alla fine del XVIII secolo. Il protagonista è un drago, il “Drac de Na Coca”, che vagava per la zona della cattedrale. Quando la bestia era affamata, andava a caccia e, secondo le voci, a volte i bambini venivano mangiati. Una notte, il gentiluomo Bartomeu Coc, incontrò il drago mentre si dirigeva verso la casa della sua amata e, con la sua spada, pose fine alla vita dell’animale feroce che si rivelò più terrestre del previsto: un coccodrillo che oggi può essere visto imbalsamato a poca distanza dal luogo in cui è apparso, nel Museo Diocesano di Palma.

Il Conte Cattivo di Santa Margalida

Il protagonista è un personaggio storico, Ramón Burgués Zaforteza e Fuster, visconte di Formiguera e noto come “El Conde Mal”. Dissero che era così dispotico e crudele con gli abitanti della località che, stanchi della sua cattiveria, maledivano lui e la sua tenuta in Galatzó. Dopo la sua morte nel XVIII secolo, si dice che uno spettro si vede spesso cavalcare nel posto su un cavallo verde, lasciandosi dietro un odore penetrante di zolfo, un segno che il visconte iene dall’inferno.

Il vecchio marinaio dell’isola di Cabrera È la mitizzazione della foca monaca. La leggenda narra che la sua pelle fosse un talismano magico che serviva a facilitare i parti e ad avvisare delle tempeste nel mare; perché quando stava per arrivare una tempesta, avrebbe avuto la pelle d’oca.

Le donne bianche e le fate

Le fate sono conosciute come “les dones d’aigua”, vivono nei corsi fluviali e si dedicano a pettinare i loro capelli, lavare e stendere i panni accanto a questi fiumi. Le donne bianche sono abitanti delle foreste e sono considerate un annuncio di morte sia per coloro che le vedono sia per chi le è vicino. Un altro spirito femminile sarebbe quello di María Enganxa, un genio acquatico che vive in fondo ai pozzi. Trascina gli ignari che si avvicinano ai pozzi intrappolandoli con un gancio (da cui il suo nome) e trascinandoli verso il basso.

Si consiglia  di noleggiare un’auto per viaggiare sull’isola perché non ci sono trasporti pubblici  per collegamenti con alcune località e per accedere a luoghi meravigliosi e insenature incredibili che altrimenti sarebbero impossibili da vedere.

Per quanto riguarda l’alloggio, ci sono hotel aperti tutto l’anno a Palma e in alcune città  come la Son Live Collection Son Antem Hotel di Liucmajor.