MOSTRA PIERO TOSI- ESERCIZI SULLA BELLEZZA

PALAEXPO ROMA DAL 16 OTTOBRE AL 20 GENNAIO 2019

Aperta al PalaExpo di Roma fino al 20 gennaio una mostra raffinata e preziosa dedicata a Piero Tosi, il più significativo creatore di costumi del cinema italiano.

Artista geniale, nato a Firenze nel 1927, si forma all’Istituto d’Arte di Porta Romana dove insegnava il grande pittore Ottone Rosai, Tosi ha stabilito irripetibili sodalizi inventivi con nomi leggendari: Visconti, Bolognini, de Sica, Pasolini, Cavani, Wertmüller. Per loro e per altri autorevoli odierni registi, vedi Gianni Amelio, ha “vestito” i personaggi di film indimenticabili ricostruendo con accuraatezza e precisione assoluta non solo la realtà ma l’essenza di periodi storici lontanissimi fra loro. Dalle vistose eleganze ottocentesche della “Dama dalle camelie” di Bolognini (1981) interpretata da una giovane Isabelle Huppert all’arcaico rigore della “Medea” (1969) di P.P.Pasolini con una magnifica Maria Callas; dall’autarchica povertà nella Napoli occupata in “La Pelle” (1981) di Liliana Cavani allo splendore decadente e claustrofobico in “Ludwig” (1973) di Luchino Visconti, con Helmut Berger e Romy Schneider

all’apice del loro carisma seduttivo. Proprio con Visconti a cui viene presentato nel 1951 da Franco Zeffirelli, fiorentino come lui, durante le riprese di “Bellissima” con Anna Magnani nascerà un’intesa straordinaria all’origine di capolavori come “Senso” (1954), “Rocco e i suoi fratelli (1960), “Il Gattopardo” (1963). Non a caso il pluripremiato impegno professionale di Piero Tosi, più volte candidato all’Oscar ne ha ricevuto uno alla carriera nel 2013. La mostra romana ricca di fotografie, filmati, splendidi bozzetti di costumi da lui disegnati e punteggiata da costumi di scena realizzati alla perfezione dalla storica sartoria Tirelli e in parte provenienti dal Museo del Costume di Palazzo Pitti a Firenze sottolinea però l’attività di docente di Tosi. Approdato al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1988 vi resta ventotto anni formando una schiera di valenti costumisti come Massimo Cantini Parrini, Daniela Ciancio e altri. Inoltre tiene seminari sul “personaggio” a cui hanno partecipato allievi diventati famosi, come Carolina Crescentini e Alba Rohrwacher. Basta vederne i filmati per rendersi conto di come lavora il maestro. Di come si “fissi” sulla fisicità dell’attore valutando la possibilità di aderenza a un personaggio ne segua ossessivamente, assieme ai truccatori, l’evoluzione affinché questi si materializzi. Un neo qui, un tocco di cipria lì e ecco, con l’aiuto delle acconciature e dei costumi, realizzati con attenzione maniacale nei minimi dettagli, concretizzarsi una figura in arrivo da epoche lontane ma che sembra tornare alla vita. Nessuna imperfezione, approssimazione, distrazione sono tollerate dal Tosi docente “Gli allievi pensano che bastino estro, genialità – sottolinea- Invece servono umiltà, impegno e fatica. Tanta e costante per ottenere risultati. Il tocco magico non esiste. Un abito è come un edificio e va costruito. Con arte. A cominciare dal taglio che deve essere fatto da un maestro. La collaborazione delle maestranze, degli artigiani è essenziale”. Di particolare interesse avere riprodotto in mostra i tavoli da lavoro e riunito i materiali utilizzati dai costumisti: ovatta, piume, paglia per realizzare imbottiture e crinoline e poi nastri, pizzi, campioni di stoffe e le telette incolori che mostrano la forma definitiva prima che si passi all’uso dei tessuti scelti. La mostra è occasione per rendersi conto come si crea quanto vediamo al cinema.

Foto di copertina: Una scena dal film  “IL Gattopardo”