SI INAUGURA CLASSIS UN MUSEO DEDICATO ALLA STORIA DI RAVENNA

Alle volte i problemi si tramutano in risorse e in rinnovamenti da cui prendere esempio. E’ il caso del Museo Classis dall’antico nome di Ravenna, che si inaugurerà il primo dicembre nella città romagnola e sarà dedicato all’antichissima storia ravennate.(info:www.classicravenna.it)

La sede quei vasti edifici industriali situati a breve distanza dalla Basilica di S. Apollinare in Classe, uno dei simboli delle meraviglie della città, e per anni fonte di grattacapi per il

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Comune. Nati all’inizio del secolo scorso come zuccherifici e dove seicento operai trasformavano tonnellate di barbabietole in zucchero che, per nave e ferrovia, raggiungeva l’Italia e l’Europa sono stati chiusi nel 1982 per il declino della produzione. In seguito devastati da un progressivo ed inesorabile degrado erano diventati rifugio per l’emarginazione. Ora sotto le imponenti campate, emblematico esempio di archeologia industriale, l’area espositiva si svilupperà su 2.600 metri quadrati circondati un’oasi verde di 15.0000 mq. “La

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posizione strategica – sottolinea il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale – accanto a S.Apollinare ma anche all’Antico Porto, agli scavi di San Severo e tutta la zona ambientale a sud di Classe, dalla pineta all’Ortazzo e l’Ortazzino oggetto di un progetto di riqualificazione, ci hanno spinto a recuperare gli edifici”. Da luogo di degrado quindi a riferimento culturale per chi voglia conoscere la storia di Ravenna; dai primi insediamenti alla civiltà etrusca al ruolo importante della città in epoca romana, quando Augusto ne fece sede della flotta per il controllo del Mediterraneo orientale, e con Giustiniano alla Ravenna Capitale dell’Esarcato Bizantino, fra il VI e l’VIII secolo, per proseguire poi fino all’anno mille. Un investimento di 22 milioni di euro e un progetto affidato all’architetto Andrea Mandara per raccontare una storia avvincente e capace di entusiasmare i visitatori attraverso oltre seicento reperti archeologici e i più attuali ausili tecnologici, con ampio ricorso a ricostruzioni grafiche e tridimensionali, filmati, plastici ed altri strumenti. Gli oggetti della vita quotidiana

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(anfore, ceramiche, monete) affiancheranno materiali artisticamente più significativi (statue, mosaici ed altro) così da articolare un racconto che consideri tutte le categorie sociali della comunità. “Come tutti i musei contemporanei – evidenzia l’Assessore alla Cultura, Elsa Signorino- svilupperà una molteplicità di funzioni: attività espositiva di studio e ricerca,

laboratori didattici, laboratori di inclusione digitale per la sperimentazione di start-up innovative. Il tutto focalizzato sul territorio”. Il Museo Classis Ravenna- Museo della Città e del Territorio rappresenta, a livello nazionale, il più importante intervento di recupero di archeologia industriale volto alla realizzazione di un contenitore culturale. Unitamente ai resti dell’Antico Porto di Classe (inaugurato nel 2015) e alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe, costituisce il Parco Archeologico di Classe che sarà completato con la musealizzazione della Basilica di San Severo. Non resta quindi che andarlo a vedere senza dimenticare, nel bel centro storico , gli splendidi mosaici protetti dall’Unesco del Mausoleo di Galla Placidia e la Basilica di San Vitale e le meno note Cripta Rasponi e la Domus dei Tappeti di Pietra. Da non perdere, nel trecentesco complesso monumentale di San Niccolò, il Museo TAMO interamente dedicato al mosaico antico e contemporaneo che in Ravenna ha da secoli trovato sede privilegiata e costante rinnovamento.