Cannes: non solo festival. Natura e silenzio nelle Iles de Lerins

Church and monastery of the Lérins Abbey

Tutti conoscono Cannes, sulla Costa Azzurra, divenuta famosa per il Festival del Cinema che dal 1946 richiama ogni anno l’attenzione di tutto il mondo. Ma ancora pochi sanno che, allontanandosi dal clamore dell’evento e dalle luci della Croisette, con pochi minuti di navigazione, si approda in un arcipelago che sembra fuori del tempo. Sono Les Iles de Lérins: due piccole isole e alcuni isolotti, dove regna sovrana la pace, tra paesaggi idilliaci e preziose testimonianze storiche.  L’isola principale è quella di Santa Margherita, la più grande del gruppo, seguita dall’Isola di Sant’Onorato, che è sede dell’Abbazia di Lerino. Mentre l’isolotto della Tradelière e quello di San Ferreolo sono entrambi disabitati. Con un clima mite, 007_iles_KELAGOPIANmediterraneo e il profumo delle pinete, queste oasi sono dall’antichità un rifugio per artisti ed asceti. Il monastero venne fondato nel 410 d.C. da S. Onorato, che diede anche nome all’isola. Sembra che nell’eremo vi abbia dimorato anche San Patrizio, prima di recarsi in Iralanda ed evangelizzare le isole britanniche. Nel 732, l’abbazia venne attaccata dai Saraceni e cinquecento monaci insieme all’abate vennero uccisi.

002_iles_MONTICELLINei secoli successivi, dopo la ricostruzione, il monastero venne anche usato come installazione militare. Sull’isola di Santa Margherita sorge invece una fortezza, nella quale secondo la tradizione venne tenuto prigioniero l’uomo con la maschera di ferro, quel personaggio misterioso, forse realmente vissuto, immortalato dalla penna di Dumas. Le isole di Lerino (questo è il nome italiano) sembra che siano state colonizzate nell’antichità da una tribù ligure; per secoli hanno ospitato colonie di pescatori e al tempo stesso hanno costituito un baluardo difensivo a Cannes, che fino alla fine del X secolo conservò il nome latino “Canua”.. Nel XVIII secolo , Spagnoli e Inglesi tentarono più volte di conquistare le Lérins, ma furono sempre cacciati via dai Francesi. L’Isola di Santa Margherita è anche un’oasi naturalistica, rinomata per la biodiversità della flora e della fauna. Sono autorizzare le immersioni, ma senza fucile e in acqua è vietato raccogliere frutti di mare.   Per raggiungere l’isola di Sant’Onorato ci vogliono circa 20 minuti di battello. Dal frastuono del festival di Cannes, il monastero accoglie il visitatore come un’oasi di silenzio.

E’ un luogo ricco di quiete, di storia e di 004_iles_AJURIAspiritualità, come in genere molti altri cenobi, ma qui non siamo arroccati sul fianco di una montagna, né appartati su un’altura impervia: qui, il distacco dalla frenesia del mondo è dato dal mare, un confine azzurro di onde, che sembra proteggere i monaci al pari della volta celeste del cielo.  La fragranza dei pini si mescola a quella del mirto e se si ha spirito di adattamento si può condividere qualche giorno con i frati all’interno dell’abbazia, partecipando, se si desidera, ma senza alcun obbligo, alla vita comune e alla preghiera liturgica, che è di grande suggestione. La sveglia è all’alba e i pasti sono sobri, ma assolutamente salutari. Durante la giornata è possibile visitare l’isola in tutti i suoi scorci; bisogna però rispettare le regole del convento: silenzio nei luoghi monastici, abbigliamento decoroso, divieto di cogliere fiori o strappare arbusti, divieto di fumare e di accendere fuochi. E’ inoltre vietato il campeggio e interdetto il naturismo su tutta l’isola.  Per pernottare nel convento è necessario prenotarsi scrivendo alla hotellerie@abbaydelerins.com  anche per concordare il prezzo che insieme alla prima colazione è discretamente contenuto: tra i 40 e i 50 euro al giorno. I monaci sono molto cordiali e accoglienti con gli ospiti: sono in genere persone colte e aperte verso tutti, che amano parlare e scambiare esperienze. I religiosi amano mostrare con orgoglio e competenza le bellezze e i tesori dell’Abbazia e in particolar modo le vigne dove con grande dedizione si dedicano alla viticoltura, producendo vini di alta qualità: oltre 35 mila bottiglie all’anno di grande pregio che accrescono la fama del monastero e di queste isole, così vicine e ancora poco frequentate.